sabato 24 dicembre 2011

PAESAGGI ANNEBBIATI II

( il primo forse era meglio)


II

Anime in noia sedute sulla staccionata cantano e ridono.
Perchè quando il buio scende la gente si sente più libera.
Iniziano i giochi. Inizia la musica.

Arde il fuoco nella taverna alimentato dal vino, dalle grida e dai
lamenti della gente che non manca sicuramente di modestia.
Mazzi di carte, giornali, scommesse e bestemmie.
Cameriera un altro bianco! L'acqua rovina i ponti!
Sono tutti filosofi e scienziati. Gente comune.

Arde un altro tipo di fuoco nelle case delle massaie che si godono
gli ultimi momenti di pace e si sistemano per l'arrivo dei mariti,
nascondendo le tracce dei loro piaceri diurni.
Giovani amanti, prima considerati acerbi, si perdono nelle ombre 
e aspettano sorridenti per vedere il cornuto. 

I mercanti annoiati si ravvivano e concludono i loro ultimi affari.
Scaltri trasformano il niente in tutto e tengono ben nascosti i loro segreti. 
Vetrine luminose. Persone che entrano ed escono con le braccia occupate. 

La macchina che passa a velocità sostenuta carica di giovani.
Partono senza meta in cerca di divertimento, distanti
dall'umile paese in rovina e ove l' emozioni sono rare. 

Ove le luci si smorzano e la nebbia è ancor più pesante
Ove regna il silenzio la mente è in fermento.
Frammenti distrutti. Questa è la terra silente.
Questa è la terra morta che ci calpesta.


venerdì 9 dicembre 2011

PAESAGGI ANNEBBIATI


I


Come un vampiro, mi destai ch'el sole stava per calare.
Dopo il quotidiano incontro con una tazza di thè,
decisi di uscire.


Una nebbia densa gravava sulla città fantasma. 
Le campane rintoccavano le sei.
Vago come un fantasma. Sparisco come vapore.
La gente camminava ed in un batter di ciglio spariva.
Concentrato sulla mia strada incrociai uno che 
conoscevo, ma non lo salutai. Mi salutò lui.
Probabilmente mi scambiò per qualcun'altro
visto che era dai tempi in cui ero fanciullo che non ci salutavamo.
Tirai calci alla lattina di birra vuota che gettai a terra.
La latta suonava noiosamente. La raccolsi e la cestinai.
Una coperta di foglie ingiallite sul parco va deteriorandosi.
Non rifioriranno in primavera. Nuovi germogli li sostituiranno.


Tutto è umido. Tutto suda. 
Il catrame scivola. La terra si impasta.
Il fiume è pieno, ma agile fluisce verso mare e
porta via tra la corrente vecchi passeggeri.
Il fiume accoglie tutti senza distinzioni.
Un turbine a cui nessuno può sottrarsi.


Freschezza invernale!

giovedì 17 novembre 2011

pillole di saggezza tagliate male

Non bere mentre guidi, potresti prendere un dosso e rovesciare il drink.

domenica 13 novembre 2011

sabato 5 novembre 2011

IN CADUTA LIBERA O IN ASCESA TROPPO RAPIDA




Io Lo so, non sono come tu mi vuoi.
Lo so, sono diventato noioso. Sono diventato minimale. Senza parole.
Lavami da questo fango. C'è un fiume che scorre.
L'asciugamano non serve.
Le tue labbra seccate dal freddo. Oppure no.
Cammino come un funambolo confuso e debole
su una corda tesa sopra l'abisso.
Sotto, lame isteriche affonderanno in ciò che resta di me quando cadrò.
O forse no mi butterò prima di cadere.
Cadrò giù. Cadrò giù. Cadrò giù. Cadrò giù.
E' tutto pericoloso. E' tutto pericoloso.
Eppure dovresti saperlo, ma non sei abbastanza sensibile.
Gli umani hanno occhi ma no vedono, hanno orecchie ma non sentono, ma ancor più hanno una testa ma non pensano. Forse pensano col cazzo? O col cazzo che pensano?
Va bhe dai lasciamo perdere!
Apro le finestre per cambiare quest'aria funebre,
sudicia di morte, birra asfaltata e fumo che mi aggrava sempre più.
Cerco di ricordadre perchè sono venuto. 
Cerco di dare una spiegazione al perchè sono qui.
Perchè sono venuto? Sono venuto solo per chiedermi perchè sono venuto.
Perchè sono qui? Sono qui solo per chiedermi perchè sono qui.
Perchè sono diventato un'insieme di bit?

lunedì 17 ottobre 2011

CADAVERE MARCIO

Eri solo triste e vagavi come se niente fosse.  
Disperato cercavi un po' di conforto ma trovavi solo disprezzo.   
Hai ucciso tuo padre e ora giace a pezzi in una vasca ingiallita dal tempo. 
Il sangue trasuda dai muri verdi, ammuffiti e ripuliti col kerosene e la varechina. Fuoco. Il fuoco divampa. Il fuoco pulisce.
Vagine putride in una buca stanno fermentando, rilasciano strani liquidi corporei. 
Coiti interrotti, respiri trattenuti ed intestini malati. 
Vermi mangiano cervelli marci, io vomito l'ultima cena e la rimangio solo per stare male perchè non ne ho mai abbastanza. 
Io mi diverto. Mi sto divertendo dottore a vedermi cadavere distrutto in una bara di legno marcio. Provo ad alzarmi ma riscivolo sempre. Mi diverto a soffocarmi con la sabbia mentre la mia mano cerca lei che non esiste.
Tutti i miei sogni e le mie idee logoranti si trasformano come una cadavere marcio.

venerdì 7 ottobre 2011

VENTO ASINCRONO

Il cielo pendeva azzurro come fosse una vela,
il vento lo trascinava dove non voleva.
Calò la nebbia sui miei occhi, 
ma potei ancora vedere la luce che filtrava tra gli squarci della tela.


Le  onde del mare in tempesta si alzavano.
Dalla loro ombra  visioni confuse prendevano forma
ed una melodia al chiaro di luna inaspriva
il senso di confusione del marinaio.


Sfumature di arcobaleno, gocce di rugiada
nell'aria ormai satura di navi affondate.
L'occhio è troppo veloce a volte e la mente fatica 
a seguirlo, ma tante sono le cose che ci uniscono
come tante sono le cose che ci sfuggono.

domenica 25 settembre 2011

L'ULTIMO GIORNO D'ESTATE


L'ultimo giorno d'estate.


Non ho mai sentito così freddo.
Sento il tempo scorrere veloce.
Vago per le vie deserte.
Non sogno più.
Non credo più in niente.
Non ho niente da dire.
Mi sento vecchio.




L'ultimo giorno d'estate.


Vedo la pioggia cadere.
Mi sembra tutto così sbagliato.
Non provo più sentimenti.
Niente ha un senso.
Non so cosa pensare.
Il vento soffia così forte.
Il buio scende troppo presto.


L'ultimo giorno d'estate.

martedì 20 settembre 2011

STRANE PRESENZE E CREATURE MISTERIOSE NEL BOSCO

Questa è una registrazione di presenze sconosciute e di animali strani visti nel bosco. Non voglio spaventarvi ma loro sono tra noi. Io ho paura. Ho l'angoscia. Mi si chiude lo stomaco. Sono in paranoia. Non ascoltatelo se non volete farvi male. Non ascoltatelo più di una volta per evitare di non essere più voi. Non so se sia la mia mente a creare questi suoni o se sono esistiti realmente.


Se decidete di ascoltare a vostro rischio e pericolo usate gli auricolari al massimo volume per percepire anche i suoni più delicati. 
Pace e serenità compositore dell'ignoto.





mercoledì 31 agosto 2011

SPREMUTA DI MEDUSE GIOVANI

Siamo circondati da rose lesbiche.
Guardami come vuoi, tanto sono sempre io.
Guarda come sono!  
"Scimmia isterica".
Carne fresca. 
Labbra tenui.
Cuore fragile. 
Sangue sulle vergini coperte bianche.
Occhi verdi tremano. Sono umidi.
Le tue lacrime sono nuvole. Non ho ali per volare. 
Nuda premi ed io ti spremo. 
Beviamo di noi.

Gioventù perduta.
Gioventù come un campo melmoso. 
Sempre vigili, ma con destini fragili.

domenica 14 agosto 2011

POMERIGGIO SUL FIUME

Il fiume che spesso è stato fonte di ispirazione per scrittori. Accanto a me scorre inesorabile il fiume Po.
 E quando si fa estate alcune persone decidono di passare i pomeriggi  sulle spiagge del fiume.










domenica 31 luglio 2011

NON C'E' NESSUNO





Dall'altra parte della finestra
il Demonio  balla sulla scena

di una parodia che gli appartiene. 
il Demonio tiene il palco.
Lui li sta chiamando e alzando
Le braccia in aria li incita a venire.
 

Non c'è nessuno.

Tutti loro sono scomparsi come in un gioco
Si arriva ad un inizio.
Ma non c'è nessuno.

Lui prova a chiamarli. 

Invita i tristi, i solitari.
Alcuni lo chiamano pazzo.
 
Non c'è nessuno.

Dietro la finestra il Demonio 

balla da solo sulla scena da lui costruita
imitando ciò che non è.

Il demonio balla, canta e grida.

Nessuno viene.


Tutti sono scomparsi.
Come in un gioco arriva l'inizio.
Non c'è nessuno. Tutti sono scomparsi.


Nessuno ha sentito le sue grida:
Mi mancate!
Mi mancate!






martedì 5 luglio 2011

COMPOSIZIONI ANONIME

Visto che titolo d'effetto? Anche questa mi è stata inviata da Maria



VAGA DESOLATA LA MIA,
DOVE LE OMBRE RAGGIUNGONO IL SOLE DI GIORNO
E DI NOTTE IL SILENZIO E' NULLO .
COLORI COLORATI AFFOLLANO LA MIA,
MA DI UN SORRISO NEMMENO L'OMBRA, 
E STUPIDAMENTE RICORDO IL SOGNO CHE FECI QUANDO,
REALMENTE, ASSAPORAVO LA VITA CON OCCHI INNOCENTI E PALLIDI.
ORIZZONTI SCINTILLAVANO LAGGIÙ AL TRAMONTO NEL MARE.

FRED, NON SO COSA ACCADE SE TI SCRIVO QUALCOSA CHE MI TRAPASSA IL PENSIERO, MA,
SE NON ESISTESSE NULLA SAREMMO, SFACCIATAMENTE IMMANCABILMENTE VUOTI.

***COME SPINE SENZA ROSA CHE A LASCIAR IL SUO DI MESSAGGIO 
SCAVALCA UN FUOCO FREDDO E IMPASSIBILE LI 
DOVE ESISTE L'ANIMA 
DOVE SOLO PAROLE HANNO E NON HANNO SENSO 
SCAVALCO LE SIEPI DI QUESTO GIARDINO INGLESE E T'OSSERVO.
OSSERVO ME IN VERITÀ NEI LIMPIDI E SPERANZOSI OCCHI 
CHE AD OSSERVAR SFREGA L'ANIMA DI INSICURI DIADEMI DI CRISTALLO.

E PIOVE POI IN QUESTO GIACIGLIO ERBOSO DOVE RESTO SOLA
AD ASCOLTAR PAROLE RUMOROSE. OVE IL CIELO GRIDA
RESTO SOLA A CAMMINAR CON CHI M'HA VOLUTA TRISTEMENTE.
OSSERVO IL SUO DI FALLIMENTO NEI MIEI OCCHI CASTANI
SENZA PROFERIR PAROLA INNEGGIO LA SUA GLORIA.


*** dove ci sono gli asterischi forse andrebbe migliorato qualcosa

UN ANONIMO CHE SCRIVE

Inviatami da Anonimo ma a cui possiamo dare il nome Maria (4 lug 2011)


Non chiamarmi amore: non ne son degno.
Non chinarti inerte su di un corpo senza vita,
lascia solo che il mio pensiero ti tocchi laddove riesce ad arrivare.
Solo e limpido riesce dove io fallisco.
Ho fame di te in questo tempo impetuoso
incestuoso ti voglio ma..........
Resto ferma a osservar i miei piedi che a muover non sanno che risponder di no e
rinchiusa dentro un luogo isolato urlo con i denti:
"ho fame e non posso".

domenica 3 luglio 2011

CAZZO CHE SONNO CHE HO !!!!!!! E' DA DUE GIORNI CHE HO SONNO !!!!!!!! STORIA DI UN FLUSSO DI COSCIENZA

STO SBADIGLIANDO E PENSANDO SE POSTARE QUALCOSA.
DI ROBA CE N'E' MOLTA, PERCHE' HO SCRITTO MOLTO, MA NON SO PERCHE' NON MI VA DI POSTARLA.  MA HO UN FLUSSO DI PENSIERI COSCIENTI E INSENSATI CHE VUOLE ESSERE SCRITTO.  E' DOMENICA E TUTTO TACE, VIVO IN UN PAESE DOVE NON SI MUOVE UNA FOGLIA. NON FA NEANCHE TANTO CALDO.

SECONDO VOI SI SCRIVE DI PIU' NEL PERIODO INVERNALE/AUTUNNALE O IN QUELLO PRIMAVERILE/ESTIVO?

STO ASCOLTANDO MUSICA TECHNO TRANCE VECCHIA SCUOLA ANNI '90, MA MI VIENE ANCORA PIU' SONNO. MI VIENE DA PENSARE: NON SONO I PAZZI A FARE LA TECHNO, MA E' LA TECHNO CHE FA DIVENTARE PAZZI. QUELLI SI CHE ERANO BEI TEMPI. AVEVO 10-11 ANNI E ASCOLTAVO LE CASSETTE COL WALKMAN DELLA SONY.

MA SECONDO VOI SE UNO PASSA PER STO BLOG SI SPAVENTA? C'E' RISPETTO PER LA CREATIVITA' AL GIORNO D'OGGI?

SECONDO ME VALENTINO ROSSI NON FA PIU' NIENTE, LA SUA MOTO NON VA MOLTO BENE. IO TIFO STONER. STO BEVENDO IL CAFFE'. LO BEVO AMARO PERCHE' NON HO VOGLIA DI PRENDERE LO ZUCCHERO.

NON HO MOLTA VOGLIA DI LEGGERE LIBRI IN STO PERIODO. OGNI TANTO LEGGO QUALCHE CAPITOLO DI COSI' PARLO' ZARATHUSTRA. ILLUMINANTE. SE NON IL MEGLIO, E' TRA I MIGLIORI MAI SCRITTI. BISOGNA AVERE IL CHAOS DENTRO PER PARTORIRE UNA STELLA DANZANTE.

BO NON, SO VOI CHE DITE?


lunedì 27 giugno 2011

SI SCRIVE PERCHE' SI PENSA O SI PENSA PERCHE' NON SI SCRIVE?

SUNDAY AFTERNOON ( I FOGLI INEDITI )

IERI SERA HO PRESO UN FOGLIO, UNA PENNA E NON SO PERCHE' MI E' VENUTA VOGLIA DI SCRIVERE. A DIRE IL VERO SAREBBE STATA UNA CANZONE MA NON HO VOGLIA DI REGISTRARLA.

PERO' QUESTI FOGLI COSI' BUTTATI LI' FANNO MOLTO ARTISTA.   :-)

DEDICATA A TE-CHE-NON-SAI-DI-AVERMI-ISPIRATO





a dire il vero all'inizio doveva essere evening al posto di afternoon, ma lo ho usato per un motivo di suono. 
per vedere la traduzione, non testuale, ma come avrei scritto in italiano, clicca sotto

venerdì 17 giugno 2011

VERGINE COME UNA PRINCIPESSA


Questo racconto mi è stato inviato da maria, una scrittrice romantica che a volte si lascia travolgere da atmosfere surreali e simboliste. Io l'ho modificato e revisionato, poi è stato a sua volta modificato e approvato da lei.  E' un racconto quasi erotico, macchiato di visioni oniriche nel quale non si finisce mai di combattere i propri demoni.


I


Fremevo al tocco di quella passata sensazione,
qualcosa di limpido e pulito giungeva alla mia pelle.
…o ad occhi chiusi                 
Non volevo aprirli.
Sapevo che semmai li avessi aperti sarebbe scomparso.                    
Tutto.
Chiusi, angosciati per la visione dinanzi a me.


Ridevo.                    
Sottopelle le carezze di quel tocco gentile, delicato e semplice: come un anello. Scivolavano.
Ghiacciate e dure. Scivolavano.
Su e giù sulla mai pelle, su e giù nella mia mente volteggiavano le parole.
Bramavo che lo facesse, cosi. Forte e prepotente.
Su di me.
Seta sui miei occhi m'opprimeva lo sguardo.
Parlava, sussurrava:
"SARO’ TANTO GENTILE E TANTO RUDE DA FARTI MALE"             
Mai. Potevo permettere che mi facesse del male?
Potevo permettere che fosse lui a comandare?
di certo solo una era la verità:  VOLEVO
Volevo che lui mi comandasse, ma non deve essere in grado di capirlo!
Mi tese i polsi in alto, ed è li, che aprii gli occhi!
Senza scampo di replica mi alzai.


Mi sedetti da sopra, regina del mio impero. 
Sotto di me, lui, aveva una sguardo famelico ma i suoi bianchi denti avrebbero affondato la mia carne?
Avrebbero bevuto un po’ di me?
Magari il mio sangue lo avrebbe eccitato.
Sotto di me lo studiavo.
Cosa gli avrebbe fatto male? 
Tanto male da non poterlo ammettere che si trattasse di dolore invece che piacere…tanto male da non poter dargli spazio di capire?
DI CAPIRE CHE SOFFRIVA!
bene!
Sarebbe mai stato in grado di alzarsi, stravolgere il mio volere e di stuprarmi a vita?
Sarebbe mai stato capace di essere un uomo e non un coniglio orgoglioso?
Una risposta non è contemplata:
bisogna solo provare.


Uno schiaffo sulla sua guancia.
Rido. Lo sfido!
Mi guarda storto.
è arrabbiato?
deve arrabbiarsi !!! E’ quasi una regola!
Gli dissi, mentendo, tanto loro uomini sono stupidi e non lo notano:
"non mi avrai mai e poi mai perché io amo i romantici!"
Rispose:
"ma amore io sono romantico"
CHE NAUSEA!
Certo che fa quasi schifo essere chiamati 'amore' quando non pensi di esserlo.
Lui non lo ha capito.
Chinai la testa sulla sua. Leccai le sue labbra umide.
Mi infilai nella sua bocca fino ad incontrare la sua lingua.
Baciava come una femminuccia…io mi chiedevo se fosse uomo…
Volevo sentire la sua mascolinità.    
"Troppo noioso": avrei voluto dirgli.
Mi alzai con una domanda in mente:
"e se potessi....."
Lasciai stare. Lo presi a pugni
Lui è più forte, mi immobilizza.
non è un grande sforzo per lui.
Me lo ritrovo sopra.
Non gli e la darò vinta!
qui si gioca per vincere!
e vincere significa altro.
Lo morsi,
dalle sue labbra usciva sangue,
sangue di me,
sangue di lui.
non se ne accorse!
Incominciava a farsi presente
l'animale che è in lui.
Io non attendevo altro.
"Ho voglia di te" gli sussurrai.
Era vero, ma non come immaginava lui.
Lui reagì come volevo io!
Mi ritrovai con una cintura fra le mie mani e gliela misi al collo,
ero ancora vestita.
Lui era al guinzaglio.
tenevo stretta la mia preda, era sotto il mio controllo!

giovedì 16 giugno 2011

VODKA

Basta stare male, lei è arrivata.
Bevi, ne hai bisogno. Sei troppo giù.
Dai tra un po' comincerai a sentirti meglio.
Ora i tuoi occhi sono lucidi.
Non preoccuparti non stai per piangere.
Stai diventando più forte.
Cancella la paura.
Tra poco tutto diventerà bello e le ragazze
le vedrai tutte affascinanti. Saremo tutti felici.
Lei ci unirà tutti come fossimo amici.






Il mio fuoco si è spento, ho bisogno di altro carburante:
versamene un altro po'!
Lei vince sempre. E' sempre ora per un drink.
Sono appena le 2:00 pm e lei riempie il mio bicchiere.
Così fresca che ne berresti sempre.
Basta uscire e andare al Market dietro l'angolo
e chi se ne frega anche la più economica va bene.

Ora devo andare. Devo rimettermi in piedi.
Non sono così fuori come pensi. In effetti non so.
Forse stasera ci rivedremo, anzi sicuramente
ti ritroverò sempre lì al solito posto ad aspettarmi.

Baci mia cara.

lunedì 30 maggio 2011

COFFEE AND CIGARETTES


Mi alzo. Caffè e sigarette. 
Ammetto che non mi ha aiutato molto.
Nessuno mi ha aiutato fino ad ora. 
Penso che i miei problemi possano svanire 
e che tutto il dolore fosse ieri.
Penso che dovrei andare, è ora di alzarsi 
La tristezza mi annoia e vado avanti. 
Tutto finisce in un posacenere. 
Mi alzo. Caffè e sigarette 

Ho venduto tutto quello che avevo
volevo chiudere con il passato.
pensavo fosse quello che mi fermava.
Se solo potessi cambiare.
Se qualcuno mi desse un'opportunità.
Tutto è cenere.  Esco.
Caffè e sigarette 

So quello che devo fare.
Devo smettere. Smettere con tutto.




mercoledì 18 maggio 2011

ANGOSCIA






Munch - Angoscia



Spesso dormo un po' di più svegliandomi stanco.
La notte non dormo. Quando spengo la luce si rivelano a me strane luci, colori distorti che danzano per la stanza. Sussurri di voci provenienti dall'abisso della mente riverberano nell'ambiente. Strane creature mi invitano a seguirle al di là dello spazio e del tempo ove solo pochi prescelti hanno accesso.
Tutto incomincia a girare, sono entrato in un vortice.
L'angoscia mi assale, il cuore batte e mi pulsa nelle tempie.
Respiro affannosamente. Non respiro. Mi sento soffocare. Mi manca l'ossigeno.
Non respiro e mi dimeno nel buio. Sono in preda al panico. L'angoscia sale. Delirio.
Ossigeno, aria fresca, ne ho bisogno. Sto per cadere.  Lo sento.
Mi tolgo il lenzuolo dalla bocca mi alzo e respiro. Tutto è calmo attorno a me.
Sono ritornato tra i vivi. Ho visto cose che gli esseri umani mai vedranno. Ora ho è tutto finito e mi resta solo il ricordo. Loro se vedessero ciò che io ho visto impazzirebbero. Quelle visioni terribili.
Se scoprirsero la verità impazzirebbero. Meglio tacere e continuare a fingere.
La verità è celata e loro avanzano ad occhi bendati senza sapere ciò che li attende.

C'è qualcuno dietro di voi e non lo sentite. Il suo soffio le sue mani vi sfiorano il collo. Voi siete ancora tranquilli o un lungo brivido si muove lungo la vostra schiena. Non toccatevi. Non voltatevi. Ormai è troppo tardi.



Munch - Urlo                                        Dal suo diario: 
«La mia arte ha le sue radici nelle riflessioni sul perché non sono uguale agli altri… Sul perché sono stato gettato nel mondo senza poter scegliere… Qualche volta ho lasciato il sentiero per buttarmi nel vortice della vita. Ma sempre ho dovuto ritornare su questo sentiero, sul ciglio di un precipizio»







lunedì 2 maggio 2011

SOME BLUES without amplification

Basta scrivere ora un po' di musica home-made

 8 o'clock blues (con problemi di connessione)





Classic funky-blues


                                      

giovedì 21 aprile 2011

CASA MIA

Casa mia è piccola, non ce n'è per nessuno perchè nessuno riesce a muoversi. Sembra una casa per le bambole. Quando sono in piedi devo abbassare la testa se no tocco il soffitto. Se faccio un passo troppo lungo sbatto contro qualcosa. Se penso urto qualcuno. I muri sono in carton-gesso e non si può nè urlare nè suonare. Qualche domenica mi capita di sentire addirittura dei gemiti e un letto che sbatte sul muro provenienti da quelli che stanno sotto.
 Il letto mi è troppo piccolo ed esco con i piedi, se mi giro troppo rischio di cadere per terra. L'unica cosa che ho in camera sono dei libri e un comodino. Proprio nel comodino sta un preparato speciale: la fantasia.  Bisogna usarla con cura perchè ho sentito di gente che non è più tornata indietro. Bisogna stare attenti quando si prende la fantasia perchè alcune volte fanno i furbi e non ti danno il biglietto di ritorno.
Quando mi faccio di fantasia i muri cadono e tutto diventa più bello. La fantasia mi catapulta in paesaggi magnifici dove l'acqua sgorga fresca e limpida dalla sorgente, il verde brilla e l'erba è morbida, le narici vengono inondate da mille profumi ed il sole brilla luminoso in un cielo che sembra un dipinto impressionista.

Ho deciso di trovare una soluzione. Sono sceso in garage e ho preso una sega da ferro. Sono risalito in casa ed ho incominciato a tagliarmi le gambe, un braccio e la testa. Ora solo con i busto ed un braccio si sta meglio.  Dopo qualche giorno mentre stavo per ripulire mi bussa alla porta quello che sta sotto che mi dice: 'Scusa il disturbo, ma dal soffitto mio scendono gocce di sangue che mi vanno a macchiare il divano. Vedo che non sei messo bene non riesci a fare qualcosa?'
'Si si vedrò di fare qualcosa. Chiamerò qualcuno a sistemare non preoccuparti'
'ok allora ci conto. ciao'
'ciao'
In effetti aveva ragione avevo il pavimento che sembrava un biscotto inzuppato nel latte comunque ci penserò. Chi se ne frega. Con un braccio solo mica posso fare tutto. Poi adesso tra pochi giorni è festa devo preparare il grande pasto. I miei arti e la mia testa è già da un mese che stanno in freezer, ormai dovrebbero essere buoni.
Vi va di venire a casa mia a mangiare un giorno di questi?
Vi va di bere un po' di me, di bere un po' del mio cervello?
Vi va di fumarvi i miei capelli?
Ho sentito dire che è tutto buono. Vi faccio il ragù, uno spezzatino o se volete carne alla griglia. Senza fare complimenti, così proprio alla buona.

Ora vi saluto devo andare a sistemare tutto ma prima penso mi farò un cocktail: rum bianco, sangue e miele. Non c'è niente di meglio.
Ricordate siete tutti invitati



venerdì 8 aprile 2011

PRATI POSSEDUTI

Scrissi questa poesia tre forse quattro anni fa ancor quando non cercavo paesaggi surreali e intingevo la penna nell'inchiostro. Cercai di creare rime e dargli una certa struttura. Secondo me non è male poi ditemi voi.



Il mio albero precoce ingiallisce
lontano da passi umani fu piantato;  
una pace turbolenta lo colpisce
senza tregua malamente torturato.

Tra la spoglia vegetazione, al calar
della sera, foglie cadon come lacrime
ai suoi piedi, disperatamente accettar
le deve sperando possan esser l'ultime.

Odo la solitudine a noi vicina cantar
piena di vita, parole prive di senso;
la nostra tanto attesa morte vuol negar.

Penso a quanto il nostro cuor, immenso
possa esser per continuare a sperar
invano nel domani che ancor non ha senso.





mercoledì 30 marzo 2011

VITA

(Inviatami da Maria)




Vita spensierata,
vita accattivante,
vita da signore
gioie e mal d'amore,
credere nella vita
offre a chi si stima
pace e belle robe
gioie e cose nuove.
Ma ci devi credere,
se non la vuoi perdere
fatti son ben pochi
se tu non ragioni
offro il mio talento 
alla vita amica
come foglie al vento
volo e che sia in salita.

martedì 22 marzo 2011

UNDER THE BRIDGE

Sotto il ponte i ragazzi crescono in fretta.
Dicono giri anche della roba strana, la prendono e diventano grandi.
La prendono e stanno meglio .
Le ragazze dicono che quelli sono più fighi.
Tutte soprattutto le più belle vanno spesso sotto il ponte.
Non lo so, ma prendendo quella roba si diventa fighi.
Quella roba è magica.
Non lo so, ma qualcuno è morto per quella roba.
Qualcuno è finito nei guai per quella roba .
Continuo a non capire cosa sia quella roba .

Io sotto quel ponte non ci sono mai stato.




(scusate se mi vien normale alcune volte scrivere titoli in inglese, ma "sotto il ponte" suonava male)

mercoledì 16 marzo 2011

DOMANI, LUNEDÌ'

Giornate di pace appena trascorse.
Giorni di niente.
Assaggio di morte stagioni.

Nessuna voce, nessuna ombra
popolano questo deserto.
All'orizzonte s'intravede la festa,
ch'è straniera per il solitario.

In questi giorni vorrei riposare
in una tomba accanto alla mia gioia.
La felicità altrui ci uccide d'invidia.

Passa la settimana e m'assale
l'angoscia quando mi vedo bussare
alla porta Venerdì


(idee confuse, non si capisce niente è da sistemare)

MORTE PREMATURA

Restai vedovo ch'ero molto giovane.

Ricordo che ero ancora bambino.

La mia sposa si chiamava Vita.

Se ne andò senza alcun preavviso,
lasciandomi solo e malinconico.

L'unico suo regalo: un libro con pagine bianche.
Su quelle pagine la ricordo scrivendo poesie.

sabato 12 marzo 2011

MORE VODKA IN THE TEACUP

Mi alzai dal divano sul quale mi addormentai, mi guardai intorno e dissi: 'Ciao Paul dove sono tutti? '
Lui rispose con aria assonnata: 'Sono andati tutti via ieri notte anzi stamattina. Non eravamo in tanti, poi visti gli argomenti di cui ci siamo messi a parlare.'    
 'Non parlarmene cazzo, come ci è venuto in mente di parlare del nulla esistenziale e dell'infinito cosmico. Non eravamo neanche troppo fatti.'
Paul con un sorriso accennato: 'Che cazzo ne so. Abbiamo fatto scappare tutti. '
Io: 'Lasciamo perdere, chissà cosa ci diranno. Saranno le porte della percezione che si sono spalancate. Comunque mettiamo vodka nella nostra tazza da tea. Non hai del succo d'arancia?'
Con noncuranza rispose: 'Vattelo a prendere in frigo.'      
Io: 'meglio di così la mattina non si può cominciare.'    
Paul: 'Oh  Fred tirami le sigarette e versamene anche a me di vodka nella tazza da te. Ma tu non gli metti l'orange juice dentro?'
Io: 'No no lo bevo a parte. Guarda che bella giornata! Dai muoviti che usciamo! Prima però versiamo più vodka nella tazza da tea'
Paul: 'Lascia che il mondo vada avanti, lo raggiungeremo più tardi'

venerdì 11 marzo 2011

L'ARRIVO DEI CORPI DALLO SPAZIO

Ero nel pieno della notte quando venni svegliato da dei rumori terrificanti provenire dall'esterno della mia abitazione.
Immerso nel buio aprii gli occhi e restai a fissare il vuoto tendendo le orecchie verso l'esterno dove immensi tonfi di case crollanti e di misteriosi oggetti volanti  regnavano indisturbati nelle tenebre. Dovetti tenere a bada il mio cuore che non la smetteva di sbattermi nel petto e di pulsare nelle tempie. Le gambe mi tremavano.
Navicelle spaziali dalla tipica forma circolare e con delle luci di una luminosità così pulita e così diversa da quella che siamo abituati a vedere che doveva appartenere a un qualcosa proveniente da chissà quali dimensioni o galassie a noi estranee. Erano proprio come venivano raffigurate, attraverso incisioni nei muri, dalle antiche popolazioni primordiali, che al loro tempo sembravano aver preso i primi contatti con nuovi esseri viventi. Fluttuavano nel cielo e cadevano su tutte le costruzioni emettendo suoni e fischi deliranti al limite dell'udibile simili ai suoni emessi dalle vecchie radio che trasmettevano frequenze senza segnale; sembrava che questi velivoli avessero perso il controllo,  imbizzarriti, come un cavallo che non riceve più ordini. La maggior parte prima di toccare terra sbattevano addosso alle case, come gli ubriachi che prima di  accasciarsi a terra dopo una lunga notte di bevute sbattono di qua e di là nei vicoli, altre più ordinatamente diminuendo la velocità e restando stabili toccavano leggermente terra.
Coloro che uscivano avevano un aspetto che mai si potrà raccontare o descrivere, mai occhi umani potranno guardare e restare calmi alla vista di quegli esseri così terribilmente diversi da noi che neanche qualche folle visionario potrebbe mai immaginare. La cosa strana è che dall'interno ne uscivano di varie tipologie. Ce ne erano di alti quasi come le case e smilzi, erano di un colore simile al viola scuro, la loro testa era seza occhi e all'altezza della bocca e del naso avevano decine di tentacoli. Sull retro della nuca, protetto da una protuberanza c'era un foro dal quale uscivano gemiti e gas che il nostro olfatto non poteva percepire.   Avevano braccia  simili agli umani e dita alternate a piccoli tentacoli, sul retro all'altezza delle spalle c'erano altri due tentacoli, più in sotto all'altezza delle natiche vi si trovavano ancora due tentacoli. I piedi erano enormi, robusti, ma senza dita. Questi erano i Feguier, e appena misero piede sulla terra incominciarono con inaudita forza a devastare tutto quello che incotravano. C'era chi squarciava i tetti, come un normale essere umano apre del tonno in scatola, e vi estraeva gli esseri umani e come fossero bambole di pezza gli strappavano gli arti o li sbattevano, con divertimento, contro i muri con voli interminabili.
Molto più simili all'uomo erano i Gremlins, alti poco meno di noi con teste che all'altezza delle tempie si allargavano come se avessero un pallone da rugby all'interno. Questi non toccavano neanche per terra, avevano capacità mentali altamente sviluppate che potevano compiere qualsiasi gesto solo con l'ausilio della mente. Erano loro che facevano volare ed esplodere cose e persone. La prima impressione è che potessero essere innoqui ma non appena si avvicinavano e avevano toccato gli umani alle tempie per aquisire informazioni per la sopravvivenza li uccidevano. Imprigionavano le donne in età fertile in gabbie invisibili, probabilmente erano in grado di creare campi magnetici localizzati in modo da non consentire il movimento della preda, per poi fecondarle artificialmente.

La gente scendeva nelle strade urlando disperatamente, c'erano donne che stringevano i loro bambini, chi con il fucile sparava a caso e chi con il fucile sterminava la famiglia prima di togliersi la vita,  c'era chi dormiva che si svegliava di soprassalto e moriva di crepa cuore, chi correva all'impazzata verso non-so-dove. Poi c'erano quelli che sapevano della loro discesa sulla terra e come dei prredicatori si avvicinavano in maniera amichevole emetteno lievi gemiti quasi volessero parlare a queste creature e mostrarsi loro amici, ma non ebbero modo di contattarli perchè vennero distrutti all'istante. Gli eserciti mondiali scendevano in campo, bombe cadevano dal cielo come pioggia, tonnellate di piombo si scaricavano sugli esseri venuti dallo spazio. I Gremlins con i loro poteri facevano eslodere aerei come fossero fuochi d'artificio, cambiavano la direzione delle bombe, lanciavano i carriarmato contro i plotoni.
Nessuno mai avreebbe raccontato sui libri di storia ciò che stava accadendo all'umanità, ne mai nessuno migliaia di anni più tardi avrebbe nemmeno potuto immaginare la fine dei loro predecessori.
Io nella mia camera sdraiato sotto le coperte fissando il buio, e con il cuiore che palpitava in gola, non so come facessi a vedere quelle cose sembrava quasi che una parte di me fosse all'esterno, non poteva essere tutto frutto della mia fantasia sovraeccitata. Decisi nell'oscurutà di estrarre dal cassetto la mia dose di morfina, infilai l'ago, estrassi la sostanza e me la iniettai in qualche parte del braccio per leninre la paura e per farla finita in modo dolce.
Tanto sapevo che nessuno mi avrebbe risparmiato.

Quando mi svegliai capii che non ero morto come pensavo. La mia camera era crollata da un lato. Mi alzai in pigiama stordito per vedere fuori. Non c'era piu nessuno. Solo sangue e cadaveri, gente che urlava dal dolore e cumuli di macerie.
Devono avermi risparmiato per via del fatto che la mia mente aveva smesso di funzionare a causa della mormina. Avevo smesso di trasmettere segnali che loro potevano captare. Andai in cucina e feci un giro di carta d'alluminio attorno alla mia testa e poi per sicurezza mi infilai uno scola pasta per ridurre il campo magnetico mentale.
Uscii scalzo e con il pigiama ancora, l'aria sapeva di elettrico, forse non si può neanche spiegare quell'odore, forse nessuno mai lo sentirà. Vidi i corpi dilaniati e gente che aveva perso la testa correre all'impazzata tra budella insanguinate e materia grigia ancora calda.
Non avevo niente da vedere. Non volevo vedere niente, nè avevo voglia di vedere quello squallore. Ritornai in camera passando prima dalla cucina dove presi della vodka, dal cassetto del mio tavolo da notte presi una decina di pastigli di Valium e le buttai giù con un goccetto. Presi un'altra dose di morfina e mi iniettai tutti, aria compresa. Non so se presi la vena, ma caddi in un sonno profondo.

Ora sono nella camera imbottita di un manicomio e ne sono passati di anni da quel giorno. Capisco da dietro le sbarre ciò che sta accadendo e capisco che non era stato solo un sogno. Quanto pagherei ora per avere almeno una dose di dolce morfina.


(sono a conoscenza che il testo è pieno di errori)

martedì 8 marzo 2011

FRANCESCA LEMONADE

Mi innamorai di una ragazza e la amo ancora.
Lo so è finita da un po' ma mi manca.
Tu mi credi quando dico questo.
Non mi accorgevo che avevo tutto da lei.
Lei mi dava tutto quello di cui avevo bisogno.
Tu che mi preparavi da mangiare e alla fine
per farmi mangiare più frutta per poco non mi imboccavi.
Per piacere baby ho bisogno di una limonata.

"Non preoccuparti esaudirò ogni tuo desiderio.
Dimmi quello di cui hai bisogno" mi sussurravi.

Sdraiarmi accanto a te. Appoggiare la mia testa sul tuo petto.
Appoggiare la mia testa sulle tua ginocchia. Non mi respingevi.
Le tue mani tra i miei capelli.
Noi tra le coperte guardando dalla finestra la pioggia.
Ora cerco il tuo amore come cerco il sole nelle giornate grigie.
Anzi cerco il tue amore come la luce nella mia buia esistenza.
Vago per le strade ma non ti trovo.

Le nostri notti insonni facendo gara a chi beveva di più.
Le nostri notti insonni facendo gara a chi si addormentava per ultimo.
Le nostri notti insonni facendo gara a chi arrotolava la sigaretta migliore.
Le nostre notti insonni guardando l'alba sulla spiaggia.

Mi innamorai di una ragazza e la amo ancora.
Lo so è finita da un po' ma mi manca.
Vorrei vederti ritornare. Sarebbe una grande sorpresa.

Il tempo passa, le cose cambiano e ora si può solo voltare la testa indietro
a guardare quel sole ch'ancora brilla e un po' ci acceca.


Questo è ciò che penso. Ormai è passato molto tempo.
Cerco di ricordare perchè sono qui ora.
Cerco di ricordare perchè ti ricordo ora.
Cerco di ricordare perchè non sei qui con me.

lunedì 7 marzo 2011

CADAVERE MARCIO

Eri solo triste e vagavi come se niente fosse.  Disperato cercavi un po' di conforto ma trovavi solo disprezzo.   Hai ucciso tuo padre e ora giace a pezzi in una vasca ingiallita dal tempo. Il sangue trasuda dai muri verdi, ammuffiti e ripuliti col kerosene e la varechina.  Fuoco. Il fuoco divampa.
Vagine putride in una buca stanno fermentando, rilasciano strani liquidi corporei. Coiti interrotti, respiri trattenuti con intestini malati. Vermi mangiano cervelli marci, io vomito l'ultima cena e la rimangio solo per stare male perchè non ne ho mai abbastanza. Io mi diverto, mi sto divertendo dottore a vedermi cadavere distrutto in una bara di legno marcio. Provo ad alzarmi ma riscivolo sempre. Mi diverto a soffocarmi con la sabbia mentre la mia mano cerca lei che non esiste.
Tutti i miei sogni e le mie idee logoranti si trasformano come una cadavere marcio.

domenica 6 marzo 2011

PILLOLE DI PENSIERI FOLLI SOPRA IL SISTEMA TRADIZIONALE

Voi nemici della verità forse siete estranei a voi stessi.
Non siete forse i nemici di voi stessi e quindi della verità che vi circonda?
Non credete forse in qualcosa di troppo sofisticato al di fuori della vostra portata, Voi che salite le scale dell'ignoranza e del paradiso? Non è forse il paradiso quello che vi circonda, quello che voi avete voluto tramutare in inferno quando già la vita di per sé è un inferno? Il paradiso non è forse la speranza per la vita infernale che sopportiamo?
Voi avidi di cuore, ipocriti forsennati.
Non avete forse obbedito e seguito ad occhi bendati  alle bizzarre leggi che qualcuno corrotto ha tramutato in virtù?
Un popolo che sogna è sull'orlo dell'abisso. Io stesso ero sull'orlo dell'abisso, ora sono in caduta libera con il vuoto dentro.
 I sogni sono un  lusso che non tutti possono permettersi. Trasformate i vostri desideri in un qualcosa di concreto e non in sogni che vi astrarranno sempre più dalla realtà. Perchè con l'aria si vive, ma non si vive solo d'aria: bisogna anche mangiare e bere.
Voi che amate il bello e il perfetto, quando vi guardate allo specchio non vi sembrate ridicoli?
Voi dominati dalla speranza e da paure diffuse da folli parassiti, non siete ancora stanchi di voi stessi? La speranza con le sue preghiere non vi sta forse ingannando?
Io vedo grosse fauci che si aprono pronte ad inghiottirvi: sono le fauci di coloro che vi hanno allevato e nutrito avidamente; Non vi sentite traditi?
Se io ho i piedi puliti è perche ho deciso di non entrare più nel fango della falsità e ipocrisia dei vostri luogo di culto e anche se molti fingono di respirare arie più raffinate finiscono per diventare vittima delle proprie filosofie da circo e tramutarsi in pagliacci; questi sono i peggio perchè inconscienziosi si immergono, nel momento di debolezza, nel fango fino alle orecchie figendo di essere sporchi perchè sono inciampati e caduti.
La vostra anima non e ciò che altri chiamano io? Volete che il vostro io diventi eterno? Volete che il vostro io raggiunga il paradiso? Come può riuscirci senza la carne? Riderebbero anche gli Dei se vi sentissero parlare in quel modo.
Non è forse la gloria attorno a voi e non "sopra" le vostre teste o "sotto" i vostri piedi?
Non è forse il paradiso attorno a voi e non "sopra" le vostre teste?
Non è forse l'inferno attorno a voi e non  "sotto" i vostri piedi?
Voi che volete un maestro non dovreste forse prima imparare ad ascoltare? Siete in grado di apprendere?
 Esiste qualcuno che possa dare degli insegnamenti? Non siamo forse noi stessi i nostri mestri, dai quali dovremmo riuscire ad imparare da ogni esperienza ma che invece preferiamo disperdere?
Siete i primi ad ascoltare gli altri ma mai avete ascoltato voi stessi. Siete i primi a giudicare senza mai aver imparato a giudicare voi stessi. Siete i primi a rendere compassione senza aver mai visto che voi siete commiserevoli e avete bisogno di sentirvi dire che fate pena e anche quando ve lo dicono non ci credete.
Come avete fatto ad avanzare nella tecnologia, nelle scienze dimenticandovi di progredire nella vostra vita morale ormai privata dei valori che sono stati come vasi buttati dalle cime più alte e calpestati da tutti?
Siamo sicuri che coloro che procreiamo vogliano esistere? Non vogliamo mettere al mondo altre creature per vederle anche morire? Siamo forse noi tutti esseri diabolici?

Sono forse io il normale che è diventato pazzo? O siete voi tutti pazzi ed io l'illuminato? Non è forse la pazzia collettiva che è diventata normalità per cui tutti i normali in minoranza sono diventati pazzi? Non sono forse i pazzi gli unici ad avere orecchie per ascoltare, occhi per vedere, menti per pensare e bocche da tener chiuse per paura d'esser scambiati per pazzi? Non sono i normali dotati di bocca per ciarlatanare senza una connessione con gli altri sensi? Sono i normali giudicati pazzi se stanno quieti? Sono considerati normali coloro dediti alle arti? Fu considerato il primo inventore un pazzo o lui considerò pazzi gli altri perchè non avevano ancora inventato niente? E' da considerare pazzo colui che si accorge di avere una mente con cui pensare e con cui inventare e scoprire?
 E' considerata pazza una persona che dice a degli anticristiani Dio è tra noi? E' considerata pazza una persona che entra in una chiesa e dice Dio non esiste? Non sono forse più pazzi coloro che ricevono la "chiamata" da Dio che li invita a dare i voti? Non sono forse questi ultimi coloro che hanno imparato ad ascolare se stessi?
Non si è considerato forse dio una proiezione perfetta dell'imperfetto essere umano?  Non è il pari di un pensiero d'un folle in una delle sue ore di assenza? Non sono forse coloro che negano l'esistenza di Dio, credendo nella sua non esistenza, a credere ad una sua possibile esistenza?
E' da considerare pazzo colui che ha una bocca per esprimere un suo parere diverso dagli altri?
Esiste forse un limite alla pazzia?
Non trovano forse risposta a queste domande solo coloro che hanno già risposto alle proprie domande e tengono le soluzioni per quelle di riserva?

GIULIA

Giulia.
Noi due insieme cogliemmo i primi, teneri fiori della nostra giovane età.
I nostri sguardi intrisi del sapore della scoperta.
Io e te seduti uno di fronte all'altra dopo che la pioggia ci lasciò soli.
La panchina ricordo era umida come ora i miei occhi.
La notte scendeva fredda e noi due ci abbracciavamo sempre più forte.
Le prime emozioni e il folle cuore in petto.  
Un sospiro timido e poi  le labbra calde e tremanti si fusero.
Due divenne uno e la gioia divampava.
Ora ho nostalgia del profumo di quei fiori che mai la primavera riporterà.

MISCUGLI PERICOLOSI

Questa mattina è una delle solite mattine vuote e senza sole penso che ho bisogno di qualcosa, qualcosa che aiuti il fluire del tempo.
Preparo un infuso secondo un antica ricetta , seleziono con cura gli ingredienti caffè e  noce moscata, radici del diavolo e gemme del mattino glorioso. Le faccio bollire una ad una e infine come fossi un alchimista mescolo questi liquidi demoniaci.  Mangio  qualcosa per riempire la pancia , visto che non ho fatto colazione, intanto l'infuso si fredda. Aggiungo zucchero e mescolo. Ora sono pronto per partire senza valige e  senza rancore.
Sono passati qalche decina di minuti e mi sopraggiunge agitazione, angoscia ma sento che sto per andarmene. Sto per lasciare questo mondo. Le porte si stanno aprendo.
I colori acquistano luminosità, tutto diviene interessante ed io mi fondo con l'universo e mi sento parte di questo. La luce lascia nell'aria sfumature surreali e  intravedo creature ombre presenze nascondersi ai miei occhi. Sono i demoni che cercano di parlarmi e di guidarni nel labirinto.
Tra loro ci sono anche i folletti mostruosi che cercano di spaventarmi. Mi spiano, osservano ogni mia mossa. Io aspetto e li attendo senza fretta li cerco sotto il letto, dentro gli armadi dietro le porte. Sono spariti. Solo il buio tutto attorno a me.
Il pavimento assume strane curvature, i muri strane angolature che occhi umani non possono descrivere.
Guardo il divano porpora nel salotto ed un essere quasi umano appare su di esso. Il sangue gli cola dalla testa, ha gli occhi iniettati di uno sttrano liquido scuro. Mi punta l'indice: vuole me.
"No ti prego lasciami in pace non voglio. Lasciami stare. Non guardarmi. Vattene"
"Non puoi scapparmi. Prima o poi sarai mio"
Chiudo gli occhi e tutto è scomparso.
Sento dei suoni non so da dove provengono, non so chi  sia a farli, c'e qualcuno o è la mia fantasia . Ora sono sconvolto. Non so dove sono, non so cosa sono,  meglio coricarsi sul letto.  Mi sdraio e sembra galleggiare, no forse mi sta cullando. Io ormai vi sono sopra e non me ne andrò.
Il sonno mi colpirà e mi portà via in un sogno ove ogni paura svanirà, ogni cosa sarà bella ed io sarò sereno e  amico di tutti.